Il progetto è stato redatto in ottemperanza del DPCM del 14 marzo 2014, che riguarda i settori dello stabilimento dello stabilimento ex-ILVA, Individuati con le sigle AM 5,6,8,9,10,11, nei quali si svolgono le lavorazioni “a caldo” ritenute pericolose. E’ stata prescritta la realizzazione di opere per la raccolta e la depurazione delle acque meteoriche al fine di evitare, come avviene attualmente, che esse defluiscono liberamente nel mare. La raccolta è stata estesa anche alle superfici circostanti, ugualmente esposte alla diffusione di sostanze potenzialmente inquinanti.
Dall’esame dei settori risulta evidente che per la raccolta delle acque meteoriche non è possibile adottare uno schema a gravità del tipo ad acqua fluente generalmente utilizzato per le fognature pluviali delle aree urbane, perché, oltre a problematiche legate alle modeste pendenze riscontrate all’interno dell’area, insorgono difficoltà tecniche di diversa natura a causa di:
- elevata portata da allontanare, dell’ordine di più m3/s;
- interferenze durante le fasi di costruzione con le attività in corso nello stabilimento;
- presenza di un gran numero di sottoservizi e tubazioni non segnalati;
- oneri per il conferimento delle terre da scavo presso discariche per rifiuti speciali;
- proibitive dimensioni da assegnare all’impianto di depurazione.
Nella progettazione sono stati considerati eventi meteorici con tempo di ritorno non inferiore ai 5 anni.
Esclusa quindi la possibilità di costruire una rete fognaria tradizionale a gravità, è stata adottata la soluzione di settorializzare ciascuna delle aree AM di intervento suddividendola, mediante cordoli e/o dossi di contenimento, in sottoaree omogenee allagabili nel corso delle piogge più intense. In corrispondenza delle zone di compluvio di ciascuna sottoarea sono stati previsti uno o più pozzettoni di confluenza delle acque raccolte con un diffuso e articolato sistema di canalette grigliate. Talvolta è stato possibile riutilizzare le caditoie e le condotte interrate esistenti.
I pozzettoni sono dotati di un impianto di sollevamento proporzionato per inviare gradualmente i reflui verso l’impianto di depurazione previsto a servizio del settore, con portata limitata e costante, fino all’esaurimento del velo superficiale. La raccolta delle acque pluviali è prevista prevalentemente con canalette poco profonde, coperte con griglie continue di raccolta.
In alcuni casi, in corrispondenza delle sottoaree ove la presenza di polvere è maggiore, per rendere più efficiente l’impianto di depurazione delle acque meteoriche, è stato previsto di far confluire le prementi dei pozzettoni in vasche di sedimentazione dalle quali l’acqua, viene successivamente inviata all’impianto con ridotto contenuto di solidi sospesi.